Caro Mister,
abbiamo aspettato un po’ a scriverle perché, come capirà col tempo, siamo parte di un popolo rude, un popolo avvezzo alla battaglia, un popolo politicamente scorretto. Prima di legare il nostro cuore a qualcun abbiamo bisogno di valutarlo, misurarlo, quasi odorarlo.
La primissima impressione positiva l’abbiamo avuta quando, nel corso dell’intervista a SportItalia, ha espresso la volontà di non parlare di Lazio, perché le prime parole da Laziale le avrebbe volute dire a Formello, nella casa dei Laziali, rivolgendosi direttamente a loro.
Nel corso della presentazione l’impressione positiva si è rafforzata. Quel modo di parlare diretto, fuor di metafora, è quello che preferiamo sia quando dobbiamo dire qualcosa sia quando dobbiamo ascoltarla.
Poi l’abbiamo seguita a Auronzo, quel modo di essere fisicamente presente al centro del campo, in mezzo ai ragazzi, da vero e proprio Comandante ci è piaciuto così come ci sono piaciuti mille piccoli episodi avvenuti intorno al campo. Il chiarimento su Vedat, ad esempio, rappresenta proprio quel modo schietto e senza mezze misure che apprezziamo.
Ad Empoli, poi, quel ringraziamento alla fine della partita e quello pubblico davanti ai microfoni ha avuto il sapore della sincerità, non della piaggeria. Quel dire “mi hanno impressionato per numero ma anche per partecipazione” è un bel riconoscimento a chi si è sobbarcato chilometri e sacrifici per seguire la nostra Lazio.
Infine l’accenno a Giocondo, quel parlare di calcio con passione, le bordate alla Lega Italiana… tutta musica per le nostre orecchie.
Stay tuned Mister, che il Laziale è un popolo meraviglioso.
I blogger laziali di sarrismo.it