Geriatric Fans – Laziali antichi

Sono l’uomo più progressista che conosco, non in termini politici – ambito in cui le etichette mi vanno sempre strette, – ma come amante e fautore del progresso. Guardo, con grande interesse, i ragazzi con la testa china sul cellulare navigare in un mondo potenzialmente infinito, consultare una enciclopedia virtuale fatta di 1 miliardo e 800 milioni di documenti, chattare o dialogare in più lingue con persone dell’intero pianeta. E mentre li guardo ripenso, con tenerezza, a noi che ci sentivamo così fighi, rispetto ai nostri genitori, ad andare in vacanza all’estero, a quando approfondivamo argomenti su quell’enciclopedia polverosa acquistata, dai nostri genitori, spesso con sacrifici e rate, a quanto ci sentivamo evoluti quando, a tavola, ci vantavamo di aver fatto amicizia con dei ragazzi francesi o americani.

Ci sono però argomenti e tematiche in cui il mio sguardo verso l’infinito, la mia bramosia di progresso, il mio desiderio di evoluzione si ottenebra e divento conservatore se non, addirittura, reazionario, restauratore.

L’essere tifoso di una squadra di calcio è, forse, fra tutte queste tematiche, quella più radicata. L’essere tifoso della Lazio, nel mio cuore e nella mia mente, non fa assolutamente rima con modernità, con novità, con progresso ma, al contrario, fa rima con tradizione, con padri, con nonni, con antico.
Cominciamo quindi a tracciare il profilo del Laziale antico.

Il Laziale antico è nell’ordine: felice se la Lazio vince, contento se la Lazio pareggia dopo essere stata in svantaggio, gli rode non poco se la Lazio ha pareggiato dopo essere stata in vantaggio e, infine, gli rode moltissimo se la Lazio ha perso.

Il Laziale antico non è tifoso di se stesso, né tifoso dei tifosi della Lazio: il bene supremo è sempre e solo la sua squadra.

Il Laziale antico supporta chiunque rappresenti, a vario titolo, la Lazio perché sa che le sue fortune coincidono con le fortune della sua Lazio.

Il Laziale antico elabora teorie, elogia o critica l’operato di calciatori, allenatori e dirigenti con l’unico scopo di ricercare il massimo beneficio per la sua squadra.

Il Laziale antico non si augura che le cose vadano male per ottenere la soddisfazione effimera di avere ragione ma, al contrario, è felice se ha sbagliato una valutazione negativa.

Il Laziale antico non si occupa, se non marginalmente, di bilanci, plusvalenze, consigli di gestione e consigli di sorveglianza.

Il Laziale antico quando parla di milioni di Euro lo fa con la deferenza di chi non ha mai visto un milione di Euro, anche qualora ne avesse molti.

Il Laziale antico quando la Roma ha perso è a metà dell’opera e non la usa come riferimento se non in termini negativi.

Il Laziale antico difende fino allo stremo delle forze chiunque indossi la sua gloriosa maglia e, al contrario, guarda con diffidenza, se non con livore, chiunque abbia lasciato la Lazio per andare altrove.

Questo è il modo in cui mi hanno insegnato ad essere tifoso, queste sono le prerogative del Laziale antico.
Lungi da me la volontà di dare patenti di Lazialità… solo certificati di autenticità dell’antiquariato.

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