Lazio Spezia 6 a 1

Caro Diario,

dopo la visita alla mia ex-casa, oggi è il giorno della prima sfida nella mia nuova casa. Sono già stato all’Olimpico 5 volte come ospite; una figuraccia con l’Empoli, tre vittorie con il Napoli e una sconfitta con la Juventus. Ma ora sono io il padrone di casa, e non vedo l’ora di sentire il popolo romano spingere la mia squadra alla vittoria e non alla sconfitta. Purtroppo non potrò godere l’emozione dello stadio pieno, che so essere un evento molto raro, ma io voglio illudermi pensando che sia colpa dell’emergenza sanitaria.

Questo pomeriggio l’avevo immaginato leggermente diverso, con il campo perfetto che caratterizza l’Olimpico, oggi in condizioni disastrose. Il primo volo di Olimpia è stato sorprendentemente lungo, ma visto da allenatore della Lazio e non da avversario è molto più emozionante e ricco di significato.

Ora è il momento dell’inno, tutti i presenti sventolano le sciarpe e le bandiere che si sono portati da casa e il colpo d’occhio è meraviglioso, ma niente di nuovo. Ascolto con interesse l’inno, sentendo la voce unita dei circa ventimila tifosi che cantano all’unisono sovrastando la musica che esce dalle casse. Mi piacciono molto la melodia e il testo, secondo me è uno degli inni più belli tra le squadre italiane.

Entrano le squadre in campo, siamo pronti a vincere dando spettacolo, divertendoci e divertendo coloro che sono venuti a sostenerci rinunciando ad un giorno di vacanza o ad altri impegni. Dalla curva si innalza il coro “bisogna vincere” e quasi lo canto insieme ai tifosi, oggi sono obbligatori tre punti spettacolari. L’arbitro fischia l’inizio, a dopo caro diario…

Sono appena entrato nello spogliatoio, sto aspettando la squadra che è andata sotto la Curva Nord per salutare i tifosi. Un’altra vittoria, oggi abbastanza facile, e sono più soddisfatto della squadra, i presupposti per un’ottima stagione ci sono e si vedono i primi progressi. Mi hanno lusingato i cori a mio favore che sono stati cantati già oggi, sono molto felice di essere già entrato nel cuore dei tifosi e percepisco già il loro grande affetto.

Sento il rumore dei passi della squadra che arriva, le loro voci scherzose e felici si fanno sempre più forti. Sono pronto a parlare ai ragazzi e poi risponderò alle domande dei giornalisti che mi stanno aspettando.

Devo salutarti, ti scriverò, sperando di replicare la gioia di oggi, la prossima settimana…

P.S. mi ero dimenticato della sosta, a tra due settimane…

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