Che il problema del calcio italiano sia tecnico tattico io non ci credo. Noi abbiamo avuto un problema di politica sportiva che ci ha portato a non essere più un movimento importante come lo eravamo prima. Mentre noi ci siamo divisi le briciole, senza pensare a fare stadi nuovi, senza pensare a fare i centri sportivi nuovi, senza pensare a fare terreni all’altezza degli altri paesi europei, gli altri hanno cominciato a farlo. Piano piano noi non abbiamo più aumentato le entrate e gli altri movimenti, uno in particolare, non solo l’ha raddoppiate, per ha triplicate e le ha quadruplicate. Il contesto si impoverisce e dall’estero, invece di arrivare 100 giocatori forti, che ci innalzano il movimento, sono arrivati 300 giocatori medi che non c’hanno più innalzato il movimento. Campionato meno appetibile, meno ricco e la conseguenza è che la qualità ne risente un po’. Però io ho avuto la fortuna di aver allenato anche all’estero e ti dico che il livello degli allenatori italiani non è certamente inferiore al livello degli allenatori stranieri. Soprattutto con questi ragazzi giovani come Dionisi che sta proseguendo un lavoro che il Sassuolo porta avanti da anni con Roberto, e mi sembra che lo stia proseguendo molto, molto bene.
Conferenza Stampa al termine di Lazio-Sassuolo del 2 aprile 2022
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