Nemesi

Il termine Nemesi, dal greco Νέμεσις, indicava nell’antichità classica, la personificazione della cosiddetta giustizia distributiva, colei la quale cioè, sarebbe dovuta intervenire per ristabilire l’ordine dell’universo qualora questo fosse stato turbato dalla tracotanza di uno o più individui. Nella modernità orientalizzante, nemesi viene inteso invece come un vero e proprio sinonimo di Karma, ciò che fondamentalmente vendica ingiustizie e colpe commesse dagli uomini, dimostrando l’ineluttabilità del fato. E nonostante il suo apparente astrattismo, tuttavia la nemesi esiste, non solo quando si parla di massimi sistemi o ideologie, ma anche nella vita di tutti i giorni e nella popolarità dei detti paesani come i famosi “chi la fa, l’aspetti” o “chi di spada ferisce, di spada perisce”.

Sabato pomeriggio, la nemesi ha dimostrato per l’ennesima volta di esistere anche nel calcio, prepotentemente imponendosi sul risultato di Bergamo. Il principio della vendetta nasce infatti, proprio da una sorta di teorizzazione dell’equità, che la sorte ci rifila continuamente: perciò quello stesso laziale che ha esultato fino a strapparsi i capelli nel pomeriggio di questo giorno un anno fa (1 novembre 2020) all’insaccarsi in rete, al minuto 98esimo, del pallone del 3-4 contro il Torino, è inevitabilmente destinato a vedersi privato della stessa gioia, secondo gli stessi criteri.
Figuriamoci poi, quando quel laziale di gol nel recupero ne ha vissuti tanti come nessun altro. Sampdoria, Sassuolo, Cagliari e Juventus non hanno fatto altro che contribuire al rinsaldamento della meritata punizione spettante alla squadra capitolina.

Dopo l’eccedenza della gioia passata, la nemesi si configura infatti  nel ristabilimento dell’ordine universale e quindi nel gol di De Roon al 94’ minuto del secondo tempo che lascia l’amaro in bocca ad ogni tifoso laziale.
Sembrerebbe poi che la causa dello stravolgimento delle sorti di questa squadra sia immancabilmente associata proprio alla dipartita di Felipe Caicedo: l’uomo che tante volte aveva deciso risultati su risultati nel recupero, sembrerebbe esser stato un vero e proprio talismano contro il rovesciamento del destino.

Se quindi non si può far altro che pensare che prima o poi sarebbe necessariamente dovuta andare così, ad alleviare l’amarezza del risultato, resta la consapevolezza del fatto che la ruota gira e continuerà a girare ininterrottamente: il gol dell’Atalanta al 94esimo, va a braccetto con quello dell’ex romanista Pedro al derby, nemesi nei confronti dell’esclusione dal progetto della squadra, e ancora altre gioie e dispiaceri si alterneranno, come fossero un gioco continuo del destino.

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